logo-2t

​CONTATTI

Email : bellucci.roberto@alice.it

Tel : 39 3381374069

logo-2t

facebook
instagram
phone
whatsapp
telegram
img9873

roberto bellucci

Il colore è un mezzo per rappresentare una realtà che non si vede ma che è presente nel quotidiano attraverso sensazioni,

emozioni, impressioni, stati d'animo.

Dai colori base si sviluppano una quantità infinita di combinazioni cromatiche che a loro volta stimolano una altrettanto varia composizione di sensazioni che, se vissute intensamente, possono coinvolgere tutti i sensi percettivi dell'essere umano.

dsc1456

ROBERTO  BELLUCCI

I dipinti si compongono di uno spunto figurativo, quale porta di ingresso nel quadro, ed un sviluppo cromatico, quale percorso sensoriale a narrare storie fatte di sensazioni.

 

Man mano che l'occhio rileva particolari e percepisce le combinazioni cromatiche le sensazioni si fanno più profonde e complesse.

 

L'opera viene concepita vivendo esperienze individuali o collettive.

 

Tali sensazioni si annidano nella mente ove comincia a comporsi un'immagine fatta di figure e colori.

 

L'immagine ha un percorso evolutivo che può durare pochi giorni o anni.

 

Infine giunge la realizzazione eseguita in un unico gesto, che suggella l'apice della elaborazione psichica dell'immagine.

 

Tali dipinti rappresentano perciò scorci di sensazioni vissute dell'artista e delle persone che ne hanno interagito

img9803

Seleziona per ingrandire

img9803implosione80x80gomorra-100x70sassidiroma-80x120puntodiluce-100x100antichetraccedelsole-120x80rosadelcuore60x120populismo-100x100ilgridodellaterra-80x120ombra-60x120lalibertavienedalmare-100x100triskel-80x120trappola-120x80.jpegtredicesimaluna-80x120.jpegdirezione-80x120.jpegsardine-150x100memoria-60x120solo-100x100gregge-120x60ferite-80x120buco-150x100ultimo-80x120elle-120x60condanna-80x120gabbia-80x80pace-120x80trasformazione-100x100contaminazione-80x80sfera-120x60duemondi-100x100caduceo-60v120scarabocchio-100x100animasfogliata-100x100copiacorpoeanima100x100streghedishakeaspare150x100vie%20della%20luce%2060x120.jpegle%20due%20facce%20del%20sapere%2080x80.jpegc'era%20una%20volta%20120x60.jpegvi%20presento%20la%20morte%20120x80.jpegdebrise%2080x80.jpegtormento%20del%20pensieri%20100x100.jpegcampana-100x100lo%20sciamano%2080x120.jpegil%20giorno%20che%20non%20c'è%20100x100.jpegiil%20cielo%20di%20kiev%2080x120.jpegsague%20di%20donna%20%2070x70.jpegenuco.jpegrumore%2080x80.jpegricordami%20100x100.jpeganime%20di%20kief.jpegaccoglienza%20100x100.jpeganima%2040x120.jpegperseo%2060x80%20copia.jpegintersezione.jpegla%20sorte.jpeggabbia%20e%20libertà%20100x100.jpegdado%2070x70.jpegpapo%2060x60.jpegtermine%20.jpegmetà%20100x100.jpegumanità%20perduta%20120x80.jpegwairua%2080x100.jpeganomalia120x80.jpegl'unione%20separa%20100x50.jpegpiedi.jpegsimboli.jpegquadrato%20durer%2080x80.jpegumasnità%20100x100.jpeggeneri%2080x80.jpegawen%20100x100.jpeglibertà%20100x100.jpeghybris%20100x100.jpegera%20oscura%20di%20planck%20120x80.jpegdio%2080x80.jpegil%20male%20100x100.jpegd3e8b839-7b5a-4fe3-af24-dc645c9a0d07.jpegil%20male%202%20100x100.jpegempatia%2080x80.jpegpapaia%2080x80.jpegequilibri%2060x120.jpegverità%20nascostab%2080x80.jpegprecipito%2070x120.jpegla%20mente%2080x80.jpegstrati%20100x100.jpegla%20ianara%2080x80.jpegla%20ragione%20100x100.jpegamigdala%2080x80.jpegdia%202025%20100x100.jpeg

LA MIA STORIA

Roberto Bellucci è nato a Roma il 2 aprile 1959, all’età di cinque anni la famiglia si trasferisce in Africa Somalia nella città di Mogadiscio. Oggi vive a Napoli dopo aver operato nel campo della aviazione civile.

Sin da bambino ama dipingere e giocare con i colori ricavandone emozioni. Segue un periodo di studio ed emulazione che non lo soddisfa. È alla ricerca della sua identità artistica. Tale creatività si manifesta in giovane età al punto che i genitori gli propongono percorsi di studio artistico ma lui si rifiuta di entrare in un circuito didattico prestabilito, troppo limitante e oppressivo “ vuole fare l’artista e non l’artigiano”.  È così che studia come Costruttore Aeronautico e si laurea in Ingegneria professione che gli ha consentito di vivere un parallelo Arte/Lavoro  fino alla pensione. Nel 1978 ha inizio il suo personale e solitario percorso artistico, una ricerca che non si è mai interrotta fino ad oggi. Inizia col dare vita a fantasiose  grafiche dandogli  il colore, colore che da questo momento in poi sarà sempre ad olio su tela. Questo è l’inizio della sua ricerca.

Anni ha gradualmente abbandonato la forte componente grafica per una più intensa dominanza cromatica.

Il bianco è sempre presente e rappresenta un riferimento fondamentale nel quadro. Il bianco è l’insieme di tutti i colori e pertanto rappresenta l’assoluto, lì dove ha origine il tutto.

Gli anni 90 sono caratterizzati prima dalla ricerca di forme e colori fluidi, si passa a dimensioni delle opere più ampie per cercare più ampi spazi di espressione. Nel corso di questi  anni si evidenzia la necessità di creare nuovi sviluppi cromatici. 

È così che verso la fine degli anni 90 si concretizza la novità assoluta della frammentazione cromatica. Una tecnica assolutamente unica dove il colore ad olio viene lavorato per sottrazione ottenendo, nella sua frammentazione, singolari e unici effetti di luminosità. Una luminosità che viene direttamente dalla tela. Un elaborato lavoro di gestione della luce riflessa che si avvicina alla idea di generare la luce.

Gli anni 2000 danno inizio ad una più avventurosa ricerca nel messaggio comunicativo affrontando temi di attualità, di politica, di filosofia in una ricerca intellettuale del pensiero umano. 

Ciò non è abbastanza e dai primi anni del 2010 che inizia ad accompagnare alle opere con commenti, pensieri e riflessioni. 

Dal libro di Silvia Landi: “ Definire la pittura intellettuale delle emozioni è per Bellucci una necessità, per semplificare in tre parole la grandezza del suo lavoro che negli anni gli ha consentito di conquistare spazio importante nella storia dell’arte. Bellucci ha reiventato l’arte con i suoi colori. Uno stile inconfondibile per la tecnica che unita alla fervida fantasia gli permette di descrivere ciò che lo circonda , vivere nel mercato dell’arte contemporanea, ed esporre nei musei più importanti.” 

dicono di me

L’arte di Roberto Bellucci come traduzione del pensiero

di Maurizio Di Leo

 

Nella piena forma dell’arte come elemento distintivo del genere umano, Roberto Bellucci esprime nelle sue opere l’individualità di una esistenza con il colore, che diviene primo elemento riconoscitivo delle sue opere. 

La sua palette di colori si contestualizza nella scelta di colori accessi e vivi, sintomo di una ricerca che lui ha compiuto nei territori africani, dove aveva già vissuto per cinque anni della sua infanzia (tra i cinque e i dieci anni). Racconta in una biografia online, consultabile sul sito artebellucciroberto.com, del suo rientro in Italia nella capitale partenopea, dove vive gli anni della sua adolescenza un po’ fuori dal contesto culturale napoletano: si parla di incomprensione della lingua, ma di tanto sole e luce, fonte probabilmente del suo colore e punto di contatto visibile tra l’esperienza africana e italiana. 

Il colore diventa forma e sostanza nei suoi quadri: la serie del 2021 – sempre visibile nel sito dedicato all’artista e già menzionato – il colore dà vita al figurativismo in maniera netta e riconoscibile. Nel dipinto Due mondi, l’autore pone in contrasto coloristico due semicerchi, in un rimando univoco tra simbolo e significato, che suggerisce un’idea precisa al riguardante. A questo, si potrebbe aggiungere la possibilità del fruitore di vedere in quei triangoli centrali la ‘compenetrazione’ di due mondi, spinto anche dalla frase che accompagna la scheda: “L'accoglienza ci dona la luce /Il rifiuto ci dona l'oscurità”. Interessante il rimando alla cultura artistica africana o, con molta probabilità, mediterranea grazie a quelle nette spatolate a tessera che compongono alcune zone: un’integrazione culturale che cerca di descrivere in primis una sua grammatica pittorica e, di conseguenza, una propria identità artistica. Lo stesso autore dichiara una scelta ben ponderata di non voler seguire un percorso accademico, per non incappare in forme ripetitive e di influenza, che avrebbero cambiato la sua visione alterandola. 

Nella serie del 2021, il dipinto Bolla dichiara ancora una volta la volontà di tradurre il colore in forma e di dare al riguardante oltre un rimando conoscitivo, anche una lettura personale del sensibile: il testo che accompagna l’opera nella scheda è “La bolla così effimera e fragile come la nostra vita”. Il colore diviene ulteriormente forma e conseguentemente concetto con l’opera Contaminazione, presa dalla stessa serie del 2021, dove l’artista divide la tela in campi di azione in contrasto tra loro per tecnica di stesura della pittura. La frase che l’accompagna è “Dalla contaminazione nasce l’alternativa per la vita”, testimonianza della sua natura personale alla multiculturalità e delle sue esperienze di vita

Alla serie del 2021, appartiene Trasformazione, un olio su tela dove l’elemento figurativo compare come luce irradiata da una lampadina, e dove ancora una volta il colore e la forma danno piena visibilità al concetto dell’autore che non ha bisogno di traduzione agli occhi del riguardante. Qui i riferimenti letterari da cui l’artista prende spunto avvicinano la nascita di quest’opera al concetto naturale dei cambiamenti che la materia per sua stessa natura attua. Sono tutti processi interiori, pensieri che lui traduce in colore, forma e titoli esplicativi. La sua arte è una lettura della sua mente e della sua esperienza di vita, l’arte di Roberto Bellucci è quindi una ricerca costante di dare forma e colore a un’interiorità propria.

L’arte bellucciana si pone anche il problema della traduzione di concetti in elementi figurativi, succeda infatti per Condanna, opera del 2020, dove una porta verde e due mani rosse incrociate su di essa traducono il pensiero di una solitudine umana come qualcosa di chiuso in una stanza, di serrato in un altro luogo, e che il riguardante è costretto a vedere dall’esterno. Sulla stessa scia di azione pittorica, si presenta Abbraccio alla pioggia (2020), dove le spatolate lunghe e fitte descrivono un processo che si potrebbe definire futurista, e dove l’uomo a braccia alzate è solo simbolo di ‘abbraccio’. In Bambola di pezza (2020) rende chiara la sua visione degli oggetti come contenitori di vita, attraverso sempre una frase associata ad ogni sua opera sul sito online, quasi a contestualizzare la sua azione pittorica e portare lo spettatore alla riflessione su domande che probabilmente lui stesso si pone: “Una bambola di pezza non vale nulla? Chi spenderebbe per una bambola di pezza usata? Eppure è un contenitore ricco di sentimenti, emozioni, paure protezione, ricordi. Cosa ha più valore nella nostra vita? Il denaro o il cuore? Questa scelta ci dice se abbiamo un futuro o siamo già finiti.” 

La figura dell’umano è al centro delle questioni di traduzione del pensiero umano in pittura per Bellucci. In opere come Solo (2020) e Evita (2020), l’autore riporta in immagini di figure manichino una personale visione della sua idea di solitudine e di “Una donna che ha saputo essere madre di un popolo E da madre ha donato la propria vita per i suoi figliil popolo Argentino” (frase che l’autore associa nella scheda di catalogo online alla sua opera Evita). Gli elementi di fisicità umana compare in un’opera del 2018 dal titolo Punto di luce, che Bellucci descrive come un ‘tocco’ lungo il percorso della nostra esistenza. La traduzione in pittura qui è visibile nella suddivisione della tela in queste due sezioni in contrasto cromatico, unite in quella esplosione luminosa di colore bianco indicato da una mano sintetizzata, che lui – sempre nelle sue frasi che accompagnano l’opera – descrive come “gemma”. Forme anatomiche di traduzione del pensiero riflessivo, compaiono nel lavoro dell’artista già al 2015 con Idi di marzo, quando Bellucci riflette sul concetto di generazioni e successioni prendendo in esempio l’evento storico-letterario dell’uccisione di Cesare, e lo trasforma in una mano agonizzante e in un atto di violenza silenzioso, ma comunque molto esplicativo. Il colore è qui preludio anch’esso di tutta una serie di significati – accessi si direbbe – che l’autore usa in opere successive per porre l’accento su alcune sue questioni. In tal senso, l’opera Incidenza del 2018 definisce per cromie contrastanti il concetto di “salita”, che talvolta è talmente ardua da ripiegare su sé stessa, e che l’autore vede per linee inarcate su sé stesse. Si percepisce nei lavori quindi un’attenzione al dato mentale tradotto in simboli dell’immaginario comune fatti con uno spirito coloristico e geometrizzante. Si pensi a Ultimo, lavoro del 2020, dove le persone sono triangoli composti da forti lumeggiature bianche talmente in contrasto con lo sfondo che sembrano neon. 

Di Bellucci è riconoscibile la sua larga attenzione al simbolo come significato semplificato di una questione, di un pensiero o di una riflessione personale su elementi esperienziali della vita. La sua arte è traduzione di sé stesso al mondo, e si compie per colori e forme, ma anche di matericità pittorica tessellata e diversificata

 

Maurizio Di Leo dott. Storia dell’Arte presso l’Università degli studi di Firenze dal 2017, e dal 2020 specializzando alla Scuola di Specializzazione dei Beni storico-artistici di “La Sapienza” di Roma. 

img9806

GALLERIA

img9806dsc_4870dsc_4771dsc_4741dsc_4789dsc_4772dsc_4782dsc_4548
17.antichetraccedelsole

CONTATTI

TELEFONO : +39 3381374069

 

e-mail : bellucci.roberto@alice.it 

 

Create Website with flazio.com | Free and Easy Website Builder